martedì 27 agosto 2013

Poste Italiane: Circa 2000 assunzioni entro fine anno, ecco come candidarsi


Continuano le assunzioni alle Poste Italiane.Ecco in che modo potersi candidare per diventare un nuovo postino, portalettere o addetto allo smistamento.


Ad affermarlo sono diverse fonti che abbiamo rintracciato sul web, secondo cui sarebbero imminenti le assunzioni di nuovi postini, portalettere e addetti allo smistamento. Vediamo pertanto insieme quali sono i requisiti per potersi candidare, quali sono i dettagli delle posizioni da ricoprire, e in che modo inviare il proprio cv.

Requisiti

Cominciamo con i requisiti. Stando a quanto è possibile evincere, per potersi candidare alleopportunità di lavoro in Poste Italiane è necessario avere un’età anagrafica non superiore ai 35 anni, un diploma di scuola media superiore, la possibilità di guidare un Liberty Piaggio 125, e la disponibilità a lavorare dal lunedì al sabato, dalle ore 8 alle ore 14.

Come candidarsi

Per candidarsi è sufficiente collegarsi al sito internet di Poste Italiane e, di qui, procedere lungo la sezione delle offerte di lavoro. Chi non ha mai inoltrato un cv presso le Poste, o non lo ha fatto in tempi recenti, avrà cura di procedere verso una prima registrazione gratuita dei propri dati (utile anche per poter, in un secondo momento, modificare il proprio cv). L’invio del curriculum vitae sarà subordinato alla necessaria autorizzazione al trattamento dei dati personali.

Le caratteristiche di un lavoro in Poste Italiane

Poste Italiane è una società che nel corso degli ultimi anni ha subito una rapidissima evoluzione, trasformandosi da azienda di servizio postale a una vera e propria multi-servizio in grado di accompagnare i tradizionali pacchetti di prestazioni postali a una lunghissima gamma di servizi finanziari, bancari, assicurativi, e non solo.
Oggi il gruppo Poste Italiane è in preda a nuovi cambiamenti dinamici, che potranno permettergli ancora una volta di ricoprire un ruolo di rilievo nel mondo della finanza, dell’assicurazione, della logistica, delle telecomunicazioni, dei servizi di certificazione e di comunicazione digitale, e anche dei metodi di pagamento e del commercio elettronico, della gestione dei documenti, della sicurezza informatica e molto altro ancora.
Proprio per questo motivo, l’introduzione del proprio profilo all’interno delle strutture di Poste Italiane può essere considerato di sicuro interesse per potersi garantire una efficiente carriera nei comparti di cui sopra. Ricordiamo in proposito che, frequentemente, il primo inserimento all’interno di Poste Italiane avviene attraverso stage di durata limitata, o contratti di lavoro a termine, che potranno rappresentare una valida occasione per saggiare le qualità del lavoro in Poste Italiane, e potersi proporre per una successiva relazione di lavoro con la struttura postale, in termini e orizzonti più duraturi.

Nota sulle assunzioni poste italiane

Per chiarezza riportiamo la nota pubblicata da UGL.
Le nuove norme sul lavoro permettono l’assunziona a-causale per un massimo di 1 anno, ma in caso di cumulo di rapporti con la stessa impresa scatterebbe l’obbligo dell’assunzione a tempo indeterminato.
Uno dei temi oggi più dibattuti è quello delle assunzioni in Poste Italiane, trattandosi di un’azienda (fra le poche) che periodicamente ricorre al reclutamento anche per brevi periodi di tempo.
Nel passato Poste italiane è incorsa in innumerevoli incidenti che l’hanno costretta (per via giudiziaria) ad effettuare – per sentenza – assunzioni a tempo indeterminato del personale che aveva prestato servizio, anche per brevi periodi, con contratti di lavoro a tempo determinato o temporalmente definiti (lavoratori c.d. “somministrati”).
Le norme introdotte nel 2012 (cosiddetta riforma del lavoro) hanno innovato i sistemi di reclutamento precedentemente in vigore e mandato all’aria il cumulo di “certezze” di cui internet è stracolma alla voce “Assunzioni CTD”.
In pratica il nuovo Governo ed il legislatore hanno messo un freno all’abuso dei contratti di lavoro a tempo determinato/ fessibili che avevano di fatto portato al lumicino le assunzioni a tempo indeterminato, perché le imprese trovavano più comodo usufruire della pletora di contratti di lavoro flessibili e disponibili a tempo definito.

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