mercoledì 8 maggio 2013

Ciao Italia, scelgo Berlino


La pubblicazione di questo articolo non vuole essere l'invito per i giovani a partire, ma è una testimonianza per riflettere e reagire. 

Da millionaireweb.it


E’ in Germania che si è trasferito il sogno di trovare un lavoro dignitoso e vivere una vita felice. I numeri lo confermano: nel 2012 gli arrivi in terra tedesca hanno superato il milione.
Dal nostro Paese, l’immigrazione verso Berlino è cresciuta del 40%, arricchendo la comunità di italiani che hanno superato la soglia di 42 mila persone (dati Destatis, istituto federale di statistica).
Ma è davvero così facile trovare lavoro in Germania e rivoluzionare la propria vita? Millionaire lo ha chiesto a Raffaele D’Aniello, 28 anni, laureando in Ingegneria, che è partito da Volla, periferia di Napoli Est per approdare a Berlino, alla ricerca di un’opportunità. Vive lì da meno di un anno. Ecco cosa ci ha detto.
Perché hai scelto la Germania?                                                                                     Non mi piacevano le prospettive che l’Italia mi dava: sfinirsi di lavoro per essere ripagato di meno della metà degli sforzi. Poi ero alla ricerca di uno stile di vita diverso, una società più semplice e organizzata».
Come è stata l’accoglienza?                                                                                                      I tedeschi di Berlino sono abituati agli immigrati. Mi hanno accolto con normalità, come un nuovo cittadino che deve iniziare la sua trafila per inserirsi nella società. I tedeschi, al di là dei cliché, sono persone apertissime e socievoli. Non sono freddi, ma formali».
Come è questa trafila?                                                                                                  Bisogna, innanzitutto cercare una casa. Avere un indirizzo in Germania è fondamentale. Senza un Anmeldung (così si chiama il documento che lo attesta) non puoi praticamente fare nulla: dalle cose più banali, iscriverti in palestra, a quelle più importanti, registrarsi presso un ufficio di collocamento. Secondo passo bisogna imparare la lingua. Io non conoscevo una parola di tedesco. Ci vogliono dai quattro ai sei mesi per comunicare in modo sufficiente per trovare un lavoro. Poi iscriversi a un ufficio di collocamento, un job center. Dopo l’iscrizione, se non trovi lavoro entro otto mesi, hai diritto al reddito di disoccupazione.
Tu hai un lavoro?                                                                                                              Ho impiegato quattro mesi per trovare un impiego. Ma se conosci la lingua ci vogliono in media poche settimane. Lavoro nel campo navale con un contratto per studenti (Studentische Hilfskraft). Faccio lavori di programmazione, disegno tecnico per la società Future Ship. Guadagno nove euro l’ora, lavorando massimo per 20 ore a settimana (da contratto)».
Ti piace la vita che fai?                                                                                                       Sì perché bisogna tener conto che qui la struttura sociale è diversa. Tutte le attività, dallo sport al divertimento, hanno costi minori. Per esempio, pago 19 euro ogni tre mesi per andare in piscina, in una struttura incredibile. Qui si può vivere senza auto, con la bici vai dappertutto. Ogni quartiere ha un parco. La sanità funziona benissimo: entrambi i miei legamenti crociati si sono rotti. In Italia ho dovuto aspettare circa 3 mesi per una risonanza magnetica; un anno per l’operazione. Qui 10 giorni per una risonanza, mentre i tempi di attesa per operarmi sono di circa 2 settimane».
Qualche aspetto negativo?                                                                                                  Di sicuro il freddo, sembra poca cosa ma adattarsi a un clima così diverso all'inizio può essere traumatico e poi imparare la lingua. Non è semplice, ci vuole impegno e pazienza».
Consigli per chi vuole trasferirsi?                                                                                           È utile partire con un titolo di studio, specie nell'ambito tecnico scientifico. Poi non aspettarsi il paradiso. Si lavora 40 ore in media alla settimana e si fanno sacrifici. L’impegno è la chiave per affermarsi».
Per chi avesse intenzione di seguire le orme di Raffaele, potrebbe esserti utile leggere anche “Gli italiani fuggono in Germania”



domenica 5 maggio 2013

Settimana della Legalità appello ai giovani: Indignatevi



"Qualunque soggetto giustifichi la violazione della legge, se voi non vi indignate non abbiamo speranze".

La speranza di cui parla Ferruccio Capalbo, magistrato della Corte dei Conti campana, sono i giovani studenti dell'Istituto Enrico Fermi di Montesarchio, nel Beneventano, dove si è tenuta la terza edizione della Settimana della Legalità. E' a loro che si è rivolta la kermesse quest'anno per cercare di sensibilizzare le nuove generazioni alla lotta alla Camorra, in un territorio dove la malavita non spara ma tiene in mano le redini dell'economia locale. Come spiega il moderatore dell'evento, Billy Nuzzolillo: "Non c'è più grande soddisfazione che sensibilizzare le nuove generazioni sul tema della legalità".

Al centro della discussione della terza edizione il ruolo delle parole, testimoniato dal libro "Festival a casa del boss", di Pietro Nardiello, che racconta l'esperienza del Festival dell'Impegno civile "Le terre di don Peppe Diana", l'unica rassegna italiana che si celebra nelle terre confiscate alla criminalità.
Parole di sostegno al lavoro quotidiano dei giudici sono arrivate da Vincenzo Mataluni, amministratore delegato degli Oleifici Mataluni, che hanno ospitato la kermesse. "Attenzione quando attacchiamo i giudici - ha detto - Se siamo ancora nella fase della rassegnazione e non della disperazione, è proprio grazie all'importante ruolo di diga che loro svolgono"